La giuria del premio “La ginestra” , presieduta da Guido Trombetti e composta da Giuseppe Blasi, Anna Maria Chiariello, Giuseppe De Matteis, Arturo De Vivo, Santa Di Salvo, Mauro Giancaspro, Raffaele Giglio, Matteo Palumbo, Valeria Sampaolo, e Tjuna Notarbartolo.
Pier Vincenzo Mengaldo con “Sonavan le quiete stanze” edito da Il Mulino ha vinto il premio per la sezione dedicata alla critica leopardiana
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Mengaldo mette a frutto le sue
raffinate conoscenze di filologia, storia della lingua e
stilistica per indagare nel profondo uno dei capolavori
della nostra storia letteraria:i “Canti” di Leopardi. Sofferma l’attenzione sulle
differenze e sulle costanti interne alle quattro fasi dei
“Canti”: Canzoni, Idilli, Canti pisano-recanatesi, e ultimi
Canti. Ne emerge la straordinaria individualità linguistica
e stilistica di ciascuna delle quattro grandi fasi, ma anche
l’individualità dei singoli canti. La somma e le convergenze delle
scelte linguistiche riscontrate paiono dimostrare il
carattere non metaforico della lirica leopardiana, la cui
capacità di sollevare sempre il discorso poetico a canto
Mengaldo mette in relazione con l’espressione di vitalità e
con l’amore per le illusioni che sempre accompagnano e
combattono nel poeta di Recanati le dichiarazioni di
pensiero negativo. |
Giovanni Orelli con “Un eterno imperfetto” edito da Garzanti e Salvatore Testa “Cogli l’attimo” Graus editore si sono aggiudicati ex-aequo il premio per la sezione di poesia.
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queste poesie grammaticali di
Giovanni Orelli sono una festa della parola e
dell’intelligenza, del cuore e della poesia.Come recita uno
dei versi dell’Eterno
imperfetto, “di
grammatica un poco fa più belli”. Giocando con le parole mettiamo a
nudo le giunture e le trappole del nostro linguaggio,
verifichiamo la nostra capacità di cartografare la realtà e
dare voce alla nostra esperienza, saggiamo le molteplici
stratificazioni della lingua, dalle cantilene infantili alla
grande poesia, dai proverbi meccanicamente incrostati nel
pensiero alle fragili folgorazioni dell’assoluto. Per non
dire dei lapsus e dei calembours che si aprono
sull’inconscio. Giocando con tempi verbali e
preposizioni, anacoluti ed ablativi assoluti, avverbi e
prefissi possiamo esprimere in leggerezza e al tempo stesso
in assoluta serietà gli affetti più cari, far vedere i
paesaggi interiori ed esteriori, sondare i misteri ed i
dolori del mondo. Danzare tra il finito e l’infinito. Attraverso i paradossi e
l’allegrezza condivisa dell’Eterno
imperfetto Giovanni Orelli ci regala un’imprevedibile e
saggia grammatica del vivere, dove le regole si possono – e
qualche volta si devono – trasgredire. |
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cogli l’attimo, perchè la vita è un susseguirsi affannoso di momenti, da prendere al volo, senza pensarci, senza sussulti, da divorare. E magari raccogli anche un fiore, dal prato, donalo a una donna, la prima che incontri. Può darsi sia una madre, in attesa di un figlio, o una sposa in ansia per il marito lontano, o puranche una vedova tormentata dai ricordi, o, ancora, una fanciulla che insegue il principe azzurro. Fa’ che un gesto, un semplice gesto riaccenda il sorriso! |
Un premio speciale fuori concorso è andato a Maria Orsini Natale, Gioconda Marinelli e Annamaria Liberatore, autrici del libro di poesie “Canto a tre voci” , pubblicato da Avagliano.
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Tre poetesse, diverse per
esperienze e formazione culturale, s’incontrano, si
riconoscono, si alleano in una minuscola triade espressiva
che da vita a questa silloge. La lettura dei loro versi rivela
che le tre donne, come scrive Dacia Maraini nella nota di
presentazione, qualcosa in comune ce l’hanno, ed è il tono:
“un tono di perdita, di rimpianto, di nostalgia amara”. “Sembra che tutte e tre – osserva
la scrittrice – abbiano mangiato la stessa mela asprigna di
un paradiso carico di profumi e di acqua chiare da cui sono
state cacciate anzitempo”. Come le tre gabbianelle della
poesia di una di loro, si sono ritrovate a volare insieme,
sopra un panorama conosciuto e arso, eppure ancora
tanto caro, a corto di tempo e di ali, con la stessa
dolorosa consapevolezza dei giorno che scorrono veloci
lasciandosi dietro le speranze, i desideri, gli infiniti
inganni. |
PREMIAZIONE 2006
GIUSEPPE ASCIONE PREMIA SALVATORE TESTA
PREMIAZIONE 2006
SALVATORE TESTA VINCITORE PER LA SEZIONE POESIA
PREMIAZIONE 2006
GIUSEPPE SBARRA DEL COMUNE DI TORRE DEL GRECO
CONSEGNA IL PREMIO PER LA CRITICA
PREMIAZIONE 2006
PAOLO ROMANELLO, DIRETTORE DELL’ENTE PER LE VILLE VESUVIANE
PREMIA GIOCONDA MARINELLI COAUTRICE DI CANTO A TRE VOCI
PREMIAZIONE 2006
ALFREDO FOCA’ GOVERNATORE DEL ROTARY INTERNATIONAL DISTRETTO 2100
PREMIAZIONE 2006
PREMIAZIONE 2006
LO SPETTACOLO DI ENZO SALOMONE
ORGANIZZATO DALL’ENTE PER LE VILLE VESUVIANE
PREMIAZIONE 2006
LO SPETTACOLO DI ENZO SALOMONE
ORGANIZZATO DALL’ENTE PER LE VILLE VESUVIANE
PREMIAZIONE 2006
LO SPETTACOLO DI ENZO SALOMONE
ORGANIZZATO DALL’ENTE PER LE VILLE VESUVIANE
PREMIAZIONE 2006
SALUTO DI PAOLO ROMANELLO
TRA TJUNA NOTARBARTOLO E MATTEO PALUMBO
PREMIAZIONE 2006
GIUSEPPE ASCIONE PRESIDENTE DEL ROTARY CLUB
CON ALFREDO FOCA’ GOVERNATORE DEL 2100 DISTRETTO
DEL ROTARY INTERNATIONAL